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precedente: buon’anima, bell’esempio, brav’uomo, grand’ombra, bell’ardire, sant’Andrea.
L’elisione è sempre segnata coll’apostrofo.
[Casi speciali.]33. Ci si apostrofa solo davanti a i, e; gli davanti i. Lo anche davanti a semivocale: l’ieri. Le non si elide quando significa a lei. Che specie davanti a e: ch’egli, non in c’ho. Può elidersi l’é di perché, benché, ecc.: bench’io.
Di regola, i plurali non si elidono se le due vocali non sono uguali: l’epoche, l’erbe, non l’ingiustizie, l’amarezze.
II.
Breve saggio delle relazioni tra i dialetti e la lingua rispetto alle vocali e alle consonanti1.
§ 1. — Vocali.
[L’alfabeto dialettale.]34. Oltre gl’italiani di a, è, é, i, ò, ó, u, ricorrono ne’ dialetti i suoni turbati di ä, ö, ü, e indistinta e le vocali nasali. Nell’ordine delle consonanti, che spesso
- ↑ Dopo quanto si è osservato nella prefazione è quasi superfluo avvertire che questo Saggio è stato compilato e posto qui soprattutto in servizio e per orientamento dell’insegnante. Il quale verrà di rado alla formulazione delle regole, e in ogni caso solo dopo che una ripetuta serie di esercizi e di rilievi, sia nella correzione de’ componimenti sia in quella de’ più frequenti errori di pronunzia, abbia reso familiare agli alunni un particolare fenomeno dialettale. Alle norme qui fissate sarà tuttavia opportuno il richiamo durante lo studio delle parti del discorso (v., ad es., il n. 74), che dovrà esser condotto, naturalmente, movendo dal dialetto, cioè dalle forme che son vive e spontanee sulle labbra degli alunni e in genere per occasione sapientemente fatta sorgere, secondo il piano stabilito dalla didattica.