Pagina:Tra le sollecitudini (Mondovì 1904).djvu/5

 
— 5 —
 



novamento è il canto dei Vesperi nelle feste che si celebrano nelle varie chiese e basiliche. Le prescrizioni liturgiche del Caeremoniale Episcoporum e le belle tradizioni musicali della classica Scuola romana non vi si riscontrano più. Alla devota salmodia del clero, alla quale partecipava anche il popolo, si sono sostituite interminabili composizioni musicali sulle parole dei salmi, tutte foggiate alla maniera delle vecchie opere teatrali e per lo più di sì meschino valore d’arte, che non si tollererebbero affatto neppure nei concerti profani di minor conto. La devozione e la pietà cristiana non ne vanno certo promosse; si pasce la curiosità di alcuni meno intelligenti, ma i più ne ricevono disgusto e scandalo e si meravigliano che un tanto abuso perduri ancora. Noi dunque vogliamo ch’esso sia interamente tolto di mezzo e che la solennità dei Vesperi sia per tutto celebrata secondo le norme liturgiche da Noi indicate. Precederanno nell’esempio le basiliche patriarcali per la cura sollecita e lo zelo illuminato dei Signori Cardinali alle medesime preposti, e con quelle gareggeranno anzitutto le basiliche minori, le chiese collegiate e parrocchiali, come pure le chiese e cappelle degli Ordini religiosi. Ed Ella, Sig. Cardinale, non adoperi indulgenza, non conceda dilazioni. Col differire, la difficoltà non isminuisce, anzi aumenta, e poichè il taglio è da fare, si faccia immediatamente, risolutamente. Abbiano tutti fiducia in Noi e nella Nostra parola, con la quale va congiunta la grazia e la benedizione celeste. Sulle prime la novità produrrà in alcuni qualche meraviglia; si troverà forse alquanto impreparato qualcuno tra’ maestri di cappella e tra’ direttori del coro; ma a poco a poco la cosa riprenderà da se medesima, e nella perfetta rispondenza della musica alle norme liturgiche ed alla natura della salmodia tutti ravviseranno una bellezza e bontà, forse non mai dapprima avvertite. Invero la solennità dei Vesperi sarà così notabilmente raccorciata. Ma se i rettori delle chiese vorranno in qualche circostanza prolungare alquanto le funzioni, affine di trattenere il popolo, che così lodevolmente suol rendersi nelle ore vespertine alla chiesa dove celebrasi la festa, nulla vieta, anzi sarà tanto di guadagnato per la pietà ed edificazione dei fedeli, se al Vespero succeda un acconcio sermone e si chiuda poi con una solenne benedizione del SS.mo Sacramento.

Desideriamo infine che la musica sacra sia coltivata con cura speciale e nei debiti termini in tutti i seminari e collegi ecclesiastici di Roma, dove una sì numerosa e tanto eletta schiera di giovani chierici di ogni parte del mondo si vengono educando alle scienze sacre ed al vero spirito eccle-