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88 | un giovane |
per lasciare questo ragazzo, che era stato una parte di lui stesso, dietro di sè. Lo voleva mandare via a tutti i costi; e credeva che quella passeggiata gli facesse trovare definitivamente il senso della sua adolescenza; di cui non era abbastanza sicuro. Ma sperava che gli capitasse per istrada qualche cosa per provare a sè stesso che ormai poteva fidarsi del proprio animo. Già, passando rasente a qualche fonte del borro, s’accertava sempre di più che non provava ormai quella curiosità di fermarsi a guardarla come una volta: ora gli pareva di conoscere tutte le cose che vedeva, e a pena le degnava di uno sguardo, badando soltanto dinanzi a sè. Ogni tanto, però, aveva paura perchè l’erba frusciava sotto i suoi piedi.
Quando giunse a un piccolo prato quasi rotondo, ombreggiato di lecci e di querci, egli si stese su l’erba. Gli pareva di far male a non camminare ancora, ma forse stando lì sul prato gli sarebbe venuto in mente qualche pensiero di cui sentiva il bisogno per esaltarsi. E intanto si domandava perchè qualcuno gli avesse detto che le rose sono belle. Egli, invece, era capace di trattenere il fiato quando gliene avvicinavano