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miseria 83


Cesira, la matrigna, che in quel mentre esciva dalla camera sua, gli disse:

— Perchè sei fatto così?

— Che gliene importa a lei? Perchè non me li paga lei i conti?

Ella si fece pallida e poi rossa:

— Bisogna prendere tutto con calma.

Era una donna su i quaranta anni; bassotta, e con la pelle del volto sempre rossa: un tipo di contadina.

Egli sgualcì il cappello, e sputò su i libri. Poi, avendo urtato il tavolo, lo avventò contro il muro. Tutti i libri caddero.

Nell’ira provava come una voluttà. La casa! La casa! Un fulmine avrebbe potuto aprirla in due pezzi, uccidendo la moglie, la matrigna, la cugina. Tutto! Il suo cuore batteva forte come i carreggiati dei contadini; più forte, forse. Prese dal cassetto le mille lire dei bovi, tutte una manciata. Ascoltò.

La moglie gridava con la matrigna. La sua voce era aspra, ma più dolorosa delle lacrime. Egli l’ascoltò ancora. Quanto avrebbe durato? Bisognava farla tacere. E la matrigna non era buona a dirle niente?