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82 | miseria |
— È il conto del falegname.
— Quante volte l’ha mandato?
— È già la quarta volta.
— Digli che lo pagherò a pena venduto il granturco. Lo battono oggi; fra una settimana lo potremo vendere.
— E alle altre cose quando ci pensi? Guarda che vestito ho io.
Egli arrossì, e si morse il labbro di sotto, a lungo. La moglie allora fece l’atto di abbracciarlo. Egli le pose una mano sul petto e la respinse.
— Vai a dirgli quel che t’ho detto.
Ella ricominciò a piangere.
— Perchè non vai tu? Devo farle io tutte le cose che ti dispiacciono.
Allora, egli gridò:
— A me non dispiace niente.
E, rosso di rabbia, aggiunse:
— Ho da spolverare il cappello ora. Digli che aspetti. Perchè piangi? Non devi piangere. Mi arrabbio di più. Ne ho abbastanza.
Ella fuggì, sbattendo la porta. Lorenzo la riaprì, con un balzo; bestemmiò e gridò:
— Non potresti morire?