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64 | la casa venduta |
mi rispose. E non ero ancora giunto alla porta, che già parlavano per conto loro.
Scesi le scale del notaio, come se mi fossi tolto un peso d’addosso. Poi non ricordo più quel che feci e dove passai il resto della giornata. Per la sera non avevo nè da mangiare nè da dormire; e mi sentivo affranto. Ma facevo di tutto per resistere. Quando fu buio, cominciò a piovere dirottamente. Io, allora, andai a ripararmi sotto le grondaie della mia casa venduta. Ero tanto triste; ma avrei voluto essere contento, almeno come la mattina, perchè a quell’ora sapevo che i miei pigionali cenavano, e quelli del quartiere di mezzo avevano l’abitudine di suonare il pianoforte: sempre qualche polca nuova.