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58 | la casa venduta |
Bevvero il caffè e mi finirono lo zucchero, mangiandolo a pezzetti. Io, invece, non avevo nè meno empito la tazza; per far vedere che il caffè l’avevo fatto fare soltanto per loro. Ci tenevo che ne fossero certi! Ma non mi fecero nè meno un complimento; e Piombo disse:
— Le tazze ce le mette nella senseria, signor Torquato?
Il signor Achille gli assestò un colpo sul collo:
— E a chi le deve dare?
Allora perchè il signor Achille si rassicurasse, dissi:
— Io non le adopero più.
Il compratore si puliva il naso con le dita, pensando già ai suoi progetti di come poteva utilizzare la casa; e perciò mi chiese:
— Lei quando me le lascia libere queste stanze?
Io avevo pensato di trattenermi ancora qualche giorno; ma siccome egli me le chiedeva subito, risposi:
— Oggi stesso.... dopo il contratto.
— Va bene, va bene!
— Mi dispiace di non potergliele lasciare magari prima.