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54 | la casa venduta |
— Allora, lei doveva star zitto.
Ma il signor Leandro, propose:
— Gliene dò settemila, quante ce ne vogliono per l’ipoteca.
— E a me?
— Non mi riguarda.
Sentii una gran simpatia verso di lui. Ma gli altri due finsero di essere scontenti: perchè avevo già capito che il compratore era uno solo. Gli altri due dovevano soltanto fingere di comprare, offrendo meno di lui. Avevo capito, ma non me n’importava. Anzi, mi offesi che avessero ricorso a quel mezzo come se io da me stesso non fossi stato abbastanza onesto da chiedere quel che bisognava soltanto per l’ipoteca. Perchè io non volevo aver niente. Io volevo restare senza niente.
Il vero compratore, il signor Leandro, era un negoziante non so dì che; forse di grano. Il signor Achille era un biondino, e Piombo un vecchio con i capelli bianchi. Mentre si discorreva così, dissi alla serva, Tecla, che facesse il caffè per loro e per me. Quelli non ci badarono nè meno. E il vero compratore mi disse con impazienza: