Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
pittori | 45 |
Il Bichi si mise a ridere. Poi sospinse il prete, per escire fuori all’aria aperta.
Passò quell’estate; e, ai primi freddi, anche Don Vincenzo cominciò a tossire; mentre il Materozzi era preso dalla febbre quasi tutti i giorni.
Il Bichi pensava che la sua amicizia li avrebbe fatti guarire tutti e due; e pensava che se l’uno o l’altro fosse morto avrebbe sentito troppa tristezza; e anch’egli sarebbe morto volentieri, per continuare ad essere il loro amico. Gli pareva impossibile che non gli riuscisse a salvarli. Ma il Materozzi ormai non parlava quasi più, tossiva soltanto; e egli ne provava una gran pietà. Qualche volta lo riaccompagnava a casa, per aver modo di stare più tempo con lui; e desiderava che finalmente il prete e il Materozzi s’intendessero. Ma ambedue peggiorarono tanto che dovettero stare sempre a letto; e non si videro più.
Il Materozzi, una volta, disse al Bichi:
— Ti ricordi, quel giorno di marzo, quando non volle suonare l’armonio perchè glielo avevo detto io? Perchè non lo volle suonare?
Gli prese un nodo di tosse, e si chiuse la bocca con le coperte. Poi, seguitò: