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36 pittori

attento, a forza di badare che il Materozzi non gli pestasse le scarpe, andava contro il muro delle case. E, allora, doveva tornare nel mezzo della strada. Ma il Materozzi gli camminava accanto e gli si rimetteva al fianco.

Quella mattina, invece di andare alle Belle Arti, s’eran trovati d’accordo di far visita a Don Vincenzo Ciurini, un loro compagno, anch’esso malato di petto.

Era un giovine prete, venuto da Asciano; magro e ossuto, con gli occhi celesti e così limpidi come se fosse sempre contento. Stava a retta da un altro prete, ch’era curato alla chiesa di Santa Regina, fuor di Porta Romana. Erano già cinque anni che studiava alla scuola di pittura, ma non faceva nessun progresso; benchè egli si aspettasse di riuscire a fare qualche gran quadro. Le punte delle sue dita erano più grosse che all’attaccatura, e tonde. Aveva piedi enormi e pesanti; mentre tutta la sua persona pareva che dovesse essere leggera come un pezzetto di sambuco. Camminava a testa alta, e dietro il collo gli si vedevano le pieghe della pelle rasata. Sembrava fatto senza carne: soltanto di pelle e d’ossi.