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un suo podere; mentre la madre era una buona donna molto religiosa; una donna grossa e sempre con un velo nero sopra i capelli, appuntato con uno spillo che forse aveva più anni di lei.

Benedetto aveva finito tutte le elementari; e, non avendo bisogno di lavorare, passava le giornate addirittura senza far niente; alzandosi molto tardi, quando la madre gli aveva portato a letto il caffè; chiacchierando con il medico e l’arciprete, con i quali andava anche a caccia. Se no, si sdraiava sul murello della strada che è per entrare in Chiusdino; appoggiando la schiena, perciò, alla prima casa del paese da dove comincia il murello sempre più alto di mano in mano che la strada sale fino a una ventina di metri. E sdraiato a quel modo, egli vedeva le vetture e le persone che venivano arrampicandosi per l’erta. Mentre, sotto il murello, vedeva i castagneti, qualche podere, e le case abbarbicate su la pietra a picco.

Egli era vantato per il più elegante del paese: quello che non avrebbe tenuto una giornata intera le scarpe polverose, quello che aveva, non si sa come, le mani sempre pulite e le unghie corte. Le signorine, quando gli passavano ac-