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l’ombra della giovinezza | 277 |
— Questo signore è il fratello del signor Orazio.
Il signor Luigi si rinfrancò e lo salutò un’altra volta con più disinvoltura. Ma la figlia, accorgendosi ch’egli non aveva ancora capito, seguitò:
— Vieni prima di là dalla mamma.
Egli allora cercò di passare senza che Livio dovesse scansarsi, dicendogli:
— Torno subito; se permette.
Il giovane aveva voglia di ridere; e guardò, ridendo, la giovinetta, che andò vicino alla finestra guardandolo con la coda degli occhi. Il padre era proprio ridicolo! Egli lo avrebbe messo a far da spauracchio agli uccelli! E si prometteva che, se avesse alzato la voce, gli avrebbe detto qualche parola da convincerlo che non era il caso. Il signor Luigi tornò quasi subito. Cercava di essere dignitoso e tranquillo. Ma era pallido e in preda a un gran dispiacere. Disse:
— Giacchè le cose sono andate così. Come non credevo, io non ho niente da aggiungere a quel che le ha detto mia moglie! Se nè lei nè il signor Orazio vogliono tornare in casa mia, io le chiedo scusa ch’ella s’è degnato di venire da sè a dirmelo. La ringrazio di avere