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l’ombra della giovinezza | 273 |
pensava che se era riescito a far piangere tutte e tre le donne si era comportato da uomo che non capisce le debolezze e gongolava; sicuro, ormai, che con lui non ce l’avrebbero potuta.
Marsilia s’era sentita male; con un attacco di nervi, che l’aveva rovesciata sopra il letto. Ella era gracile e s’ammalava tutte le volte che s’era strapazzata magari per spazzare la casa. La mamma e la sorella l’avevano accomodata sul letto; con due guanciali sotto la testa. Ella, ora, piangeva; le lagrime escivano dai suoi occhi che avevano già inzuppato tre fazzoletti che la madre aveva preso dal cassettone perchè fossero puliti. Ella aveva fatto un grido solo come se avesse tentato di dire qualche parola e non vi fosse riescita: il grido di una donna che si sente assalire in un modo inaudito e non si può difendere. Ora, piangendo, pareva che non avesse niente da dire; con gli occhi un po’ raggrinzati come se non avessero potuto chiudersi o aprirsi di più. La sorella pareva che fosse avvezza ad assisterla, quasi rassegnata e calma; tenendosi con i denti il labbro di sotto.