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270 l’ombra della giovinezza


Forse, anzi senza forse, la sorella minore. Egli, allora, cominciò a dire:

— Non è venuto da sè Orazio, perchè...

Ma la signora Pierina, invece di badare a lui, non riesciva più a tenersi lì ferma; e lasciava capire che voleva andare dov’erano tutte e due le figliole. Egli aspettava quel momento, per svignarsela; e pareva che ce la volesse spingere con gli occhi. Ma ella gli disse:

— Venga con me.

Egli rispose:

— Ora, non è più necessario che io parli anche alla signorina. Ho già detto una volta quel che dovevo dire.

— È vero: non è più necessario. Ma venga lo stesso. Parlerà con mio marito, con Luigi. Deve tornare tra un minuto o due.

Egli, allora, credette che fosse giunto il momento di restituire le lettere: le tirò di tasca e disse:

— Queste sono della signorina.

La signora cominciava a non essere più eguale a prima: il suo pallore si animava, luccicava come una madreperla. Ella non stava mai ferma; e pareva che le sue braccia e le sue