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l’ombra della giovinezza 255


era delicata e vestiva, benchè male, meglio di lui. Egli si sentiva attratto a lei appunto perchè non era una ragazza di campagna, somigliante a qualche figliola di fattore o alla nipote di un curato. Gli piaceva appunto perchè aveva il collo esile e il capelli così soffici che avrebbe dovuto far piano a metterci una mano dentro. Che importava se era povera? Era, lo stesso, una signorina istruita e chi sa come avrebbe fatto piacere anche ai contadini con quella sua aria sempre educata e graziosa! Dinanzi a lei, in casa non avrebbe bestemmiato più nessuno; e, alla fine, avrebbe mangiato con una tovaglia di lino; come quando era andato a qualche trattoria. Ella avrebbe tenuto in casa (che male c’era?) i vasi pieni di fiori; e invece d’andare giù nel campo, si sarebbe messa a ricamare. Avrebbe fatto per sè e per lui un bel laccio, a fiori, per la salvietta; e anche il fratello sarebbe stato contento, quando l’avesse conosciuta. Temeva però, che il fratello non avrebbe avuto la voglia di apprezzarla e non avrebbe acconsentito a mandare via quella serva. Invece, era tempo, che tutti e due vivessero in un altro mondo! Però non poteva fare a meno