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244 | marito e moglie |
Sente attorno a sè, da per tutto, la grande primavera; e anderebbe a toccare anche un selce, che deve essere un poco caldo; un selce, che deve essere dolce come l’aria. Ma il suo animo si chiude sempre di più, si rifiuta, è freddo.
Anche la primavera la rasenta come una cosa, che non sarà mai sua. E le pare che la giovinezza s’attenui, perda ogni consistenza; come un sogno che si dimentica proprio nel momento che vorremmo ricordarlo tutto e meglio. Il suo cuore ha una trafitta, ch’ella non vorrebbe. E perchè Vittorino, dianzi, l’ha chiamata a nome due volte, gli prende una mano e gliela stringe. Ed egli si sente meno solo.
Gli eucalipti si spengono, le campane di San Giovanni suonano; e il giorno sparisce come quel suono. Essi sono tristi e dispersi; si sentono morire. Ma una donna che allatta il suo bambino si affaccia da un uscio: placida e dolce; e allora sentono il raccapricciò di sè stessi!