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230 | i butteri di maccarese |
vano pronti a ricorrere a qualunque mezzo. I loro occhi si facevano torvi, ma chiari sul viso quasi cattivo. Il più vecchio disse:
— Il tuo cavallo è meglio del mio. Mettilo di corsa e avverti gli altri. Io torno a dietro.
— E se ti pigliano a pietrate?
Egli si guardò istintivamente i fianchi e i ginocchi
Poi rispose:
— Le pietre non ce l’hanno lì dove sono ora.
Ma il più giovane ebbe paura per lui:
— Resta qui, piuttosto; a mezza strada.
Allora egli si rizzò sulle staffe e gli andò con il cavallo addosso:
— Non ti mettere qui a rispondermi. Vai.
Il più giovane dette subito un’occhiata alla sella e alle briglie; dette due spronate e cominciò a picchiare pugni su la testa del cavallo. Dopo mezzo minuto, egli era già sotto la torre. L’altro restò dov’era, prendendosi la barba grigia. Ora ci mancava poco che non piangesse; e non sapeva se andava anche lui alla torre o se arrivava di corsa tra i mietitori. Egli faceva girare attorno il cavallo, come un molinello, e tendeva gli orecchi. Il gridio