Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/235

228 i butteri di maccarese


dalle parti. V’erano anche ragazzi di quindici anni, che in quel furore degli altri sorridevamo un poco convulsamente. Non sapevano quel che stessero per fare e i più credevano di andare a morire. La fatica e il caldo avevano dimagrato tutti; le donne, dopo una settimana di mietitura, non si riconoscevano più; parevano invecchiate, con le rughe sopra gli occhi. Ad un tratto, qualcuno gridò:

— Bruciamo le mucchie del grano!

Allora tutti ebbero questo desiderio; e cento voci risposero:

— Subito! Subito!

Gli altri non sapevano quel che rispondere, ma gridavano lo stesso come se cantassero alla rinfusa.

Avevano messo a cavalcioni di un cancello della staccionata una dozzina di serpi uccisi tra il grano. E, passando, li fecero a pezzi con le falci. Già erano per entrare nella radura dove sorgevano le mucchie; ma non andavano lesti. Due butteri li seguivano a cavallo, senza dire niente, come per ascoltare. I mietitori evitavano di guardarli per avere più coraggio; ma, quando se li trovavano accanto, si zittavano,