Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/232


i butteri di maccarese 225


qualche altra passione ch’egli avrebbe dovuto conoscere? Egli voleva amare anche tutto ciò ch’egli vedeva; i ginepri, i pini, le acacie con i fiori candidi e pendenti a ciocche tra le querci. Ma non trovava mai quel che doveva amare oltre alla donna giovane come lui; perchè parlando, ella non diceva mai una cosa che non fosse buona.

Egli, fermatosi parecchi minuti a cavallo, tanto che ebbe tempo a fumare tutto il mezzo sigaro, starnutì. Il cavallo si mosse, ed egli lo lasciò andare. Trovò nel mezzo della strada un branco di bufale; che si alzarono subito da giacere, quasi tutte insieme. Egli avventò il cavallo e cominciò a picchiarle con la pertica di faggio. E le bufale entrarono nel prato; dove sparivano dentro fino al ventre. Mise il cavallo al passo e s’avvicinò a qualcuna, che si scansò correndo. Egli passava, ora, le giornate a quel modo. Quando vedeva un uccello lo guardava come se i suoi occhi avessero potuto fermarlo e farlo cadere. Ma le bufale gli piacevano di più, perchè le picchiava fino a sentirsi mancare la forza; e i loro occhi doventavano dolci.