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224 | i butteri di maccarese |
tro e fecero cerchio intorno a Corrado; che, ora, teneva la punta del mento con l’indice e il pollice. Aveva gli occhi chiari, quasi celesti; e le guancie grossette.
Uno gli disse:
— A che pensi?
Corrado tolse una gamba da dentro la panca, si alzò quanto era lungo; e rispose:
— Ho trovato!
Un altro gli disse:
— Indovino quel che hai trovato: tu la farai andare in casa della tua biscugina.
— È vero; ma non sai con quale scusa.
Lo guardavano sorridendo; perchè era intelligente e simpatico a tutti.
— Lei dirà che ha preso la malaria; allora la facciamo andare al Castello; io attacco il calesse e la porto con me!
I butteri si misero a gridare e poi a fischiare un’aria, battendo a tempo i pugni sulla tavola.
Il giorno dopo Corrado fece come aveva detto. Ma Pompilia gli piaceva da vero ed egli sentiva di amarla.
Egli l’amava volentieri; ma non c’era anche