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Mia madre.
Non tutti gli scolari erano finiti di entrare in classe; e, dalla porta tenuta spalancata, seguitavano a giungere trafelati; qualcuno anche scalmanato e tutto rosso in viso, mettendosi a sedere dove c’era più posto. Solo di rado, l’insegnante indicava a quale banco.
Io a pena osavo di guardarmi attorno; senza che io riescissi a sapere perchè, riabbassando rapidamente gli occhi, provassi un’emozione sempre più forte.
Io ero così sciocco da credermi capace di ammazzare qualcuno; provandone, nello stesso tempo, un terrore che m’eccitava. Perciò mi pareva anche naturale che lì al Seminario mi tenessero poco volentieri! Il medico aveva detto a mia madre che io ero troppo nervoso,