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il morto in forno 151


le cantine; inebriandosi dell’afrore dei vini. Poi lo chiamavano dentro, e facevano bevere anche lui.

Gliene facevano bevere tanto che, perchè non gli riescisse dalla bocca, doveva tenersi dritto al muro con la testa alta. Poi s’addormentava su gli scalini di qualche tabernacolo; raggomitolato nei suoi cenci, e mezzo morto.

Egli s’era dimenticato che aveva una sorella, Clelia, la quale faceva con il marito la tabaccaia in un paesucolo nascosto tra certe boscaglie che segnano il confine della maremma e delle crete senesi. Ella non aveva saputo più niente di lui, e credeva che facesse sempre il barrocciaio. Ma, una volta, volendogli mandare un sacchetto di castagne secche, le fu detto, da qualcuno, ch’era morto.

La sorella, venendole il dubbio che fosse vero, volle accertarsene. E, trovato, dopo due o tre giorni, un calesse che andava a Siena, passando dalla Coroncina, tanto pregò che vi si fece portare.

Le faceva piacere a sentire che amava il fratello; ed era, forse, la prima volta. Si ricordava d’aver dormito insieme con lui da pic-