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una amico | 145 |
conobbi quanto lo Scali l’aveva amata. Ella mi fece leggere anche certe sue lettere così piene d’una passione quasi inverosimile, che mi venne da piangere; e feci molto dispiacere a mia sorella. Egli aveva sofferto tanto del suo rifiuto, e non ci s’era rassegnato mai. Fino all’ultimo giorno, aveva avuto una certa speranza; e mia sorella era andata a trovarlo poco prima ch’egli spirasse; perchè egli aveva mandato la sorella sua a chiamarla. Esse, perciò, ora erano doventate amiche e si vedevano quasi ogni settimana, senza ch’io lo sapessi. Ma il ricordo dello Scali non mi lasciava; e mi pareva di vederlo dentro la sua bara già fatto irriconoscibile dalla morte.
E una volta ch’io ero sul ripiano di quella strada, tornai a dietro, stringendo i denti dalla paura, perchè m’era parso che il vento fosse freddo come d’inverno le sue mani.