Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/15

8 pigionali


Ma una notte sognò che Gertrude era guarita; e la vedeva passare lesta lesta, senza muovere le gambe. Dove andava? Tentò di fare anche lei lo stesso, ma non ci riuscì.

Questo sogno le lasciò una grande invidia. Non ebbe oramai nè meno un sentimento buono; e non dette ancora da mangiare alla gatta; per paura che Gertrude non morisse più. O se invece gliel’avesse regalata?

Come le dispiaceva di starci di casa insieme da tanto tempo! Perchè l’aveva conosciuta? Poi se la prese perchè sentiva suonare il suo campanello almeno sei o sette volte al giorno.

La sua finestra di cucina la distraeva un poco, ma non gliela faceva dimenticare. Battevano le ore dalla Torre del Mangia in quel silenzio di tutta Siena; e un’eco, proprio come un altro orologio, le ripeteva fino alla campagna, con una chiarezza placida. Gli alberi dietro l’ospedale coprivano i finestroni dei malati; e le fonti tonde degli orti sotto le mura luccicavano come specchi sbiaditi. Le colline avevano una dolcezza immobile nell’aria limpida; e la cattedrale era così candida che quando c’era troppo sole faceva male agli occhi.