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142 | una amico |
— E perchè pensi a loro?
Mi chiese così come se avesse voluto dirmi: tu non devi pensare a loro, non voglio che ti amino.
— Hai scritto mai al....?
E me ne nominò uno; quello al quale egli era più certo d’indovinare che avessi scritto.
— Due volte.
Si mise a ridere:
— Hai fatto male.
Io non osai chiedergli perchè.
— Ti ha risposto?
— Sì.
Egli sembrò meravigliato, e disse:
— Non credevo.
— E perchè?
— Che cosa vuoi sapere come mi piace di giudicarli?
Nemmeno allora osai chiedergli spiegazioni.
— Se io andassi via dalla nostra città, non direi a nessuno quel che farei.
— E perchè?
Ma non mi rispose. Si mise a moltiplicare certe cifre, che gli servivano per le misure del disegno; con una tale attenzione come se io