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la matta 119


dormiva lei. In un altro cantuccio c’era un vecchio fornello di ferro, messo su quattro mattoni. Ma ella non poteva accenderlo; perchè il fumo uscendo andava nella strada su per le finestre; e allora le gridavano parolacce da tutti i piani. Ella spegneva subito il fuoco, e si contentava di mangiare il pane.

Poi, cavava il carretto, e qualche ragazzo che per caso si trovava lì, l’aiutava; ma ella non osava ringraziarlo, per paura che poi cominciasse a molestarla. Piuttosto gli regalava, senza dirgli niente, qualche cosa dei suoi cestini. Correva attorno, per chiudere la porta; poi si metteva la chiave in tasca, legandosela con uno spago per non perderla; e, fino alla sera, non tornava. Mangiava soltanto quando non ne poteva più dalla fame e dalla stanchezza, sedendosi su gli scalini delle chiese; tenendo sempre d’occhio il carretto. Per solito comprava il pane la mattina, che le bastasse tutto il giorno, dal fornaio di faccia alla sua stanza; e lo teneva tra cestino e cestino, perchè non si divertissero a portarglielo via. Per companatico mangiava le frutta andate a male, di quelle che non riesciva a vendere. Andava a bere un bicchiere di