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La Matta.
Accompagnavo un amico al cimitero, dove andava a portare un mazzo di fiori alla tomba della sua fidanzata morta un anno prima.
Tornando indietro, tenendolo a braccetto, quando fummo vicini alla grande cancellata dell’uscita, mi venne fatto di leggere su una delle tante pietre il nome di una donna: Anna Franchi. Sentii un leggero brivido di freddo; e non so perchè desiderai di sapere chi era stata. Ma c’era soltanto la data della nascita e della morte: nient’altro.
Allora, siccome il becchino ci passava accanto con la pala sulla spalla, mi rivolsi a lui. Mi guardò, meravigliato della mia curiosità; e mi rispose, appoggiando a terra la pala:
— Anche quella l’ho seppellita io!
E si mise a ridere. Allora io dissi, tanto per farlo parlare: