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110 | una recita cinematografica |
giù dal Pincio. Il selciato arde. Calepodio si sente stordire. Tutta quella luce, che egli non ricordava più, lo atterrisce, e gli sbarra il passo. Ma la volontà della morte non cessa; perchè troppo, tutti i giorni, egli l’ha avuta.
Svolta la Via Flaminia e si trova al parapetto del fiume; sotto la fila dei platani. C’è la campagna arsiccia, con Monte Mario boscoso; ci sono le villette, con i loro giardini. A lui non importa niente; ma, contro quella sua volontà, vede, poco lontano, un mucchio di gente vestita come sessant’anni a dietro.
Egli stupisce; e, allora, si mette a guardare.
Sono attori cinematografici; e uno mette un fantoccio sul parapetto del fiume, perchè dovrà fingere l’uomo che si annega: gli attori, che prima debbono chiacchierare tra sè, quando esso precipita, fingono di accorgersene; e accorrono gridando e spenzolandosi a guardare giù nel fiume.
Si tratta, per ora, di una prova; e, quando è finita così, essi ridacchiano. Le donne, con quelle acconciature pittoresche, passeggiano; imbellettate e impazienti. Qualcuna sghignazza, nervosa. Un cerchio di curiosi si diverte e tiene