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comprata lo stesso e tenendola piegata in tasca perchè Masa non gliela vedesse, se le faceva leggere quando nel campo trovava un'amica. C'erano da vero cose belle, che la commovevano o la facevano ridere.


Per non tenere Pietro proprio in ozio, Anna lo mise alle belle arti; perchè aveva sempre avuto una certa tendenza al disegno, che a lei e a qualche avventore era sembrata da non trascurare.

Una mattina, in casa, ricopiando un brutto ritratto a stampa, Pietro si chiese perchè provasse quell'indefinitezza per Ghìsola.

Allungava e piegava il collo per veder meglio gli effetti; ma il disegno, a malgrado de' suoi sforzi, era incerto e sbagliato.

Si stupiva di non riescirci; e arricciava in giù e in su le labbra, fino a toccarsi la punta del naso.

I libri di quando andava a scuola, sporchi e slegati, erano tra i suoi piedi. Urtandoli provò un lieve malessere, che lo distrasse. Anche il disegno lo irritò.

Una specie di struggimento a lui noto assalì il suo cervello come una polla diaccia, che non gli permetteva mai di fare qualche cosa. Anche gli sembrava strano d'esistere; perciò ebbe paura di sé stesso, e cercò di