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Ghìsola aveva ripreso la sua strada verso il campo, con un'ebrezza che empiva di gioia tutto il suo essere. Il movimento delle gambe assecondava questa ebrezza; e le sottane erano così lievi che non le sentiva nè meno.

Ella non si fidava d'Antonio che era capace di ridire tutto al padrone; non faceva nessun conto di Pietro; ed Agostino le piaceva più di tutti e tre.

In quel mentre questi, correndo attraverso i filari delle viti, e saltando le passate del grano nuovo, le andò incontro come quando con un palo in mano sfondava le zucche. Era in maniche di camicia, con i polsi tondi e forti e le vene strette dalla carne soda. Non portava il cappello; e gli occhi verdognoli, di una lucentezza di diaccio, sembravano senza palpebre.

Le saltò addosso e la gettò a terra; facendola piangere. Allora le chiese, per celia:

— Hai sentito male?

— Niente! Niente!

E lesta, alzandosi, lo afferrò a mezza vita; per fare altrettanto a lui. Ma Agostino le tirò giù le braccia. Ella sorrise, con il viso bagnato di lagrime; volle svignarsela; e puntò i piedi serrandoli insieme. Sicuro