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— Ma vai in costà, imbecille!

E, subito, agli assalariati:

— Fate il vostro dovere, altrimenti vi mando via tutti. Domani quelle prese devono essere vangate.

— Sissignore.

— Non dubiti.

— Se non fossimo capaci a vangarle in quanti siamo e in tutto il giorno!

— Almeno che non piova!

Il padrone guardò quello che aveva detto così, con l’aria di avventarglisi addosso; e disse con voce che pareva uno scalpello percosso sopra una pietra:

— Se piove, tramuterete il vino. Tu, Giacco, consegnerai le chiavi del tinaio; le hai a posta.

— Sissignore. Come vuole.

Finalmente, si ricordò della trattoria; guardò l’orologio e vide che non poteva più indugiarsi. E allora li lasciò.

Il tramonto era stato rapido e pieno di quelle nuvole che portano la pioggia. Pietro teneva le mani in tasca, pensando che avrebbe fischiato se fosse stato solo. Pareva, nell’oscurità, che le gambe del cavallo battessero insieme. Domenico guidava, irritandosi perchè non aveva imposto ai contadini di aprire le buche per gli olivi. Temendo che i suoi ordini non fossero eseguiti con precisione, con l’animo ansioso, gli pareva di seguire quel che facevano; e si struggeva