Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/69


— 57 —

occhi dalle sue calze; ma con la sottana troppo corta non poteva nasconderle.

— Lo sai?

Il volto di lei divenne dolce e pudico.

— Lo sai? Dimmelo.

Ella si coperse di un rossore, che le cambiò la fisonomia.

— Lo so.

E siccome si faceva sempre più vicino, lo allontanò con le mani magre e dure.

Pietro era così ebbro che quasi vacillava. Gli occhi di Ghìsola lo fissavano sempre: vedeva soltanto quegli occhi; e credette che tutta l'ombra dietro a lei e il campo insieme si muovessero secondo i suoi gesti.

— Mi lasci, ora! Ci parleremo un'altra volta.... Un'altra volta, ho detto!

Gli parve che la sera gli togliesse la carne, lo facesse sparire.

Ghìsola sussurrò:

— Le voglio bene.

E scappò dalla parte opposta della capanna: il padrone s'incamminava verso l'aia, con le sue scarpe enormi, respirando forte e alzando e abbassando un poco il capo. Pietro continuò a starsene lì, sbocconcellando, con un sasso che s'era ritrovato in tasca, la cantonata della capanna. Si sbucciava le nocche, ma non sentiva niente. Domenico lo guardò; e si mise a ridere con Enrico, l'assalariato che lo seguiva.