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— Poco no.

E raccontava perchè non aveva avuto tempo di dormire abbastanza. E sorrideva, tra il sonno.

Volevano sempre gli stessi posti: Adamo in un angolo, perchè così sputava a piacere; Giacomino sotto la finestra; Bibe il più giovine, sul canapè: perchè ci si tirava in dietro a modo suo, magari addormentandocisi quando non gli davano fastidio.

Si riabbottonavano i calzoni, si riagganciavano gli scheggiali, sputavano, s’urtavano, si scapaccionavano, si tiravano i baffi e pagavano il conto andando, a uno per volta, dinanzi al bugigattolo di Anna.

E Pino? Pino, il vecchio barrocciaio di Poggibonsi, era il più povero. Gridava, per ridere:

— C’è posto anche per me?

Tutti glielo facevano, non per cortesia, ma perchè lo credevano pieno di pulci. Egli se ne avvedeva, ma non osava dir niente: brontolava un poco tra sè; e, siccome dovunque era trattato così, non se la prendeva.

— Mezzo posto mi basta a me. Non sono un signore io! Ah, come mi dolgono le ossa!

Un occhio non gli voleva stare aperto, e le palpebre battevano insieme come fanno quelle delle civette. Girava quell’altro occhio per tutta la stanza, lentamente; rico-