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Quando passava un avventore delle altre sale, si chetavano alla meglio e lo seguivano con lo sguardo.
— È il tale.
Qualche volta, cantavano. Ma Domenico usciva dalla cucina tenendo un ramaiolo di brodo. Tutti alzavano le mani:
— Fermo! Fermo! Ce ne andiamo!
Gli alterchi erano radi; e, quando avvenivano, l’amicizia era rotta per poco tempo. Di solito, non s’insultavano direttamente; ma uno alla volta, a vicenda, si rivolgevano agli altri esponendo la cosa come un racconto; da prima a bassa voce, poi con veemenza e con bestemmie, battendo i pugni, alzandosi da sedere.
Quasi, le mani dei contendenti si toccavano; allora, qualcuno diceva:
— È vergogna! Anche per chi ci sente!
Anna non si teneva più; e la sfilata delle bestemmie era interrotta, finalmente, da un grosso boccone inghiottito.
Adamo, con piccole nervosità da femmina avvezzata male, quando diceva a Domenico che lo servisse bene, quasi si raccomandava. Dopo averlo guardato in viso, si volgeva da una parte, aspettando, sempre con la paura che parlassero male di lui in cucina; poi, assaggiata due o tre volte la pietanza, se era a modo suo respirava meglio, sputacchiava e si decideva a mangiare. E, tor-