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stenza ch’egli se n’andò, battendo le mani su le spighe dell’avena alta; tutto confuso e deciso di non comparirle più dinanzi. E provò uno spiacere disgustoso a stare con lei. «Forse, pensava egli, ha ricusato per la nonna e per la zia.»
Ghìsola, invece, si convinse che non parlasse sinceramente: e astiò il figlio del padrone, con quell’astio istintivo e cattivo; che hanno quelli costretti a ubbidire.
Del resto, credette volentieri che non fosse sincero: era una ragione di più per volergli male! Quando lo vedeva da lontano, ed egli per timore non la guardava nè meno, si metteva a cantare.
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A scuola Pietro motteggiava i più vicini di banco con la sua ilarità nervosa; li costringeva a dargli retta, li chiamava con soprannomi faceti, li offendeva se non gli davano retta. E anche quando tutti tacevano, nè meno udiva la voce dell’insegnante; quantunque qualche risposta dei compagni gli arrivasse agli orecchi con un rammarico strano.
Stava per prendere la licenza elementare, ed era il più grande e il meno bravo; e i seminaristi lo canzonavano.
Qualche volta, dopo aver cercato di com-