Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/41


— 29 —


Masa, fuori di sè, mancò poco che non gli battesse qualche cosa su la testa.

Pietro, convinto di quel che diceva, giurò perfino con certi giuramenti che gli avevano fatto un grande effetto a impararli; tutto contento di aver trovato l’occasione di ripeterli.

Ma Domenico ed Anna lo picchiarono su le mani, in presenza di Masa e di Ghìsola; e gli fecero chiedere perdono. Allora Pietro, quantunque il castigo gli avesse fatto quasi piacere, si sentì lungo tempo mortificato, quasi che tutti i suoi scherzi lo portassero a qualche terrore. Gliene venne una superstizione tale che non giocò più, credendo anche che una volta o l’altra gli potesse succedere molto male. E ne aveva avuto la prova due anni prima: scaraventando un sasso, aveva ferito un altro ragazzo che si trovava, senza ch’egli lo sapesse, dietro una siepe. Perciò i suoi discorsi con Ghìsola presero un tono di gravità, quasi avessero dovuto nascondere un significato nuovo.

Dopo qualche mese, trovatala per caso sola nel campo, prima s’allontanò e poi tornò indietro, arrischiandosi a chiederle:

— Ti feci male parecchio?

I suoi piedi, che affondavano nella terra lavorata, gli davano un senso di sgomento. Ma ella lo guardò sorridendo:

— Quando?