Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/35


— 23 —

nato? Quello sguardo lo impauriva così come quando, senza essercene avvisti prima, ci si trova proprio ai piedi una fonte piena d’acqua.

Agostino aveva il naso piccolo e corto, di bambino, tutto lentigginoso; ma il suo collo era come quello di una bella donna; le mani fatte bene. I suoi colloqui con Ghìsola, che consistevano in parole senza senso, convenzionali, che capivano loro due soltanto, suscitavano in Pietro sentimenti inaspettati; ai quali da solo non avrebbe mai sognato. E il diletto d’ascoltarli era tanto! Anche gli pareva d’imparare chi sa che.

Ghìsola aveva un sorriso piacevole dicendo certe cose, che a lei sola potevano venire in mente; e Pietro si struggeva dalla voglia d’impararle come i suoi stornelli. Ma non riusciva nè meno a cantare; e ne aveva vergogna. Talvolta non volendo che ridesse, le faceva qualche dispetto a posta.

Sotto il largo cappello di paglia, che le calava sempre sopra un orecchio, guarnito con un nastro di raso liso e con due rosette buttate via da Anna, il volto di Ghìsola era tranquillamente insignificante e sciatto.

Sembrava, con la sottana rimendata male, troppo semplice e quasi stupida.

Vi sono esseri che non chiedono nulla a nessuno e rinunziano a tutto; e, non essendo rispettati come gli altri, pare che di loro se