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scia, gli faceva gonfiare il cuore: il cuore gli batteva in un altro modo!
Dalla sua casa di Via Cimabue, non esciva ormai che per mangiare. Ma non gli era possibile altrimenti, sebbene gliene rincrescesse e fosse tentato di vincersi.
Ghìsola, già a Firenze prima di lui, stava in una di quelle case che si chiamano private; dove guadagnava molto bene. E, informata da una lettera di Pietro, respinta da Radda, andò subito da lui anche per allontanare qualunque sospetto.
Quando la padrona, che l'aveva fatta passare, si mosse per chiamarlo, ella fece cenno di no e, camminando senza farsi udire, battè con la punta delle dita alla porta della camera. Egli, indovinando ch'era lei, balzò in piedi ed aprì.
Ghìsola finse di non voler entrare. Egli la portò dentro e la baciò, tremando tutto. Ella disse, sorridendo e schermendosi:
— Non voglio più!
Poi si sedè; dopo essersi tolto il cappello, che mise su le ginocchia. Ma egli ebbe un tuffo caldo al cuore, e sentì arrossarsi la faccia perchè non potè fare a meno di chiederle:
— Perchè eri già venuta via da Radda senza avermelo scritto?
Ed ella, con il suo bel viso che talvolta pigliava una purezza assoluta, rispose senza badare a quel che diceva: