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menico: far perdere così la testa al suo figliolo era un piacere maligno.

Inoltre, la pretesa di Pietro la faceva ridere come un'insipida sciocchezza; che un giovine non avrebbe nè meno dovuto avere.

Ma che andava cercando? Perchè, dunque, amava lei e non qualche signorina di Siena, una signorina della sua condizione?

È vero, però, ch'ella se ne teneva per i suoi nonni e per tutti gli altri parenti. Era capace di doventare una signora, e di vivere senza lavorare; quindi, dovevano tenerla molto in conto. E, poi, ella non aveva fatto niente per piacere in quel modo a Pietro e perchè egli si ricordasse di lei: Domenico, dunque, doveva stare zitto. Era piuttosto il figliolo che s'approfittava di lei, perchè era stata la loro assalariata; era lei che doveva fidarsi del suo figliolo!

E, nello stesso tempo, ricordava molte cose del tempo ch'era stata a Poggio a' Meli. Ci s'era affezionata; e, tornataci, le piaceva di sentire i complimenti che le assalariate le facevano; complimenti, è vero, un poco ambigui perchè le lasciavano capire che non avevano per lei la fiducia di Pietro; e nè meno quella compiacente di Ciacco e Masa.

A Radda i suoi genitori non avevano osato dirle niente; perchè ella, la prima sera entrando in casa, disse che sarebbe tornata via subito e che a loro non doveva impor-