Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/23


— 11 —


Giacco e Masa non buttavano via nè meno un mezzo chiodo arrugginito. Giacco aveva i calzoni di frustagno verde così sparsi di toppe che della prima stoffa rimaneva solamente qualche strisciolina qua e là. Il fazzoletto che Masa portava in capo l’aveva comprato da giovine.

Siccome ella non riusciva mai a far da mangiare a tempo, Giacco s’impazientiva; e cominciava a imprecarla seguendo con gli occhi ogni passo di lei, che si confondeva e ci metteva di più. Bisognava vederla! Versava da un’ampolla di latta un filo d’olio, un filo così sottile come la punta di un ago. Sgocciolato bene il forellino, prima di richiudere l’ampolla dentro la madia, vi passava sopra la lingua più di una volta. La padellina bolliva, ed ella vi buttava aglio e cipolla tritata. Quando l’aglio era doventato giallo ed abbrustolito, metteva il soffritto nella pentola piena d’acqua salata; la riaccostava al fuoco ed intanto affettava un pane, appoggiandoselo al petto e spingendo il coltello con ambedue le mani. Il cane da guardia, Toppa, faceva sparire le briciole di mano in mano che cadevano. Masa, disperata, lo allontanava con un piede: voleva serbarle per le galline!

A pena entrato, Giacco si lavava in un catino di rame tutto ammaccature; poi sedeva, passandosi le dita corte e callose sul volto.