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andava lungo i filari, a vedere se c’era entrata la malattia. Qualcuno degli assalariati lo seguiva; e dovevano sempre assicurarlo che non era colpa di loro. Se gli pareva che una vite fosse stata legata male o se il suo palo non stava forte, si faceva portare un altro salcio e lì in presenza sua faceva rifare il lavoro.
Per la potatura degli olivi succedevano discussioni che non finivano più. Metteva da sè la scala dove giudicava meglio; ma non ci saliva perchè era troppo grave: giù da terra, diceva quali erano i rami che dovevano esser tolti.
Oppure insegnava anche come dovevano tenere la vanga, per arrivare più a fondo.
Durante le svinature, puliva e sciacquava da sè le botti e i barili; e non si muoveva mai dalla cannella del tino.
Siccome Anna s’era affezionata a Rebecca, che il suo seduttore non aveva voluto sposare benchè l’avesse resa madre, e a Domenico piaceva, avevano messo tra gli assalariati di Poggio a’ Meli i suoi vecchi genitori Giacco e Masa. Erano poveri e avevano altre figliole che se n’erano andate a marito. Dopo qualche anno, perciò, si raccomandarono al padrone perchè fosse contento di tenere Ghìsola, una loro nipote nata a Radda, figliola di una delle sorelle di Rebecca.