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Allora Ghìsola lo fece sedere accanto; e si tennero per mano.
La gente che saliva e scendeva dal treno, i segnali delle stazioni le aumentavano la noia.
A Siena, ricusò di andare in casa della zia.
— Ma perchè non vuoi?
— Vorrà sapere troppe cose, da me: io agli altri non voglio dir niente di me.
Ella ci riusciva a vivere come voleva! La sentiva forte e indipendente. Ma per assicurarsi che non lo faceva per nascondere qualche cosa, le disse:
— Fai male: è la tua zia.
— Se andassi ad un albergo?
— Vedendoti sola penserebbero male di te.
— E tu non sai ch’io sono tua?
E insistè con un tono di voce quasi infantile, con certe moine; battendogli il ventaglio sopra un braccio:
— Sì: accontentami. Vuoi fare sempre a modo tuo. Non è vero che questa sera accontenterai la tua Ghìsola?
Volevano decidersi, perchè la strada fino alla trattoria era corta e già faceva oscuro.
Videro, dietro la basilica di San Francesco, una sfilata bassa di nuvole come il fuoco.
Qualcuno rallentava il passo per guardarli meglio, e allora camminavano più in fretta.
Alla loro sinistra si scoprì una parte di Siena, con la chiesa della Madonna di Pro-