Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 193 — |
no. E scrutò sotto le persiane, per scorgervi qualche viso che guardasse nella strada: soltanto piante di geranii polverosi.
Apertogli l'uscio proprio da Ghìsola, che però non lo fece entrare, egli subito si dolse che non fosse già andata a Radda; ed ella rispose che aspettava lui e voleva prima esser sicura che i suoi genitori l'avebbero volentieri ripresa in casa.
Gli era inesplicabile la sensazione di trovarsi con lei già da tanto tempo.
— E perchè no? Sono cattivi con te?
— Io non ci sto volentieri.
Gli fece caso che rispondesse proprio a quel modo e non altrimenti. L'accarezzò, pregandola:
— Tu non mi devi rispondere di no; devi aspettare a casa tua. Mi farai piacere.
Poi pensò: «Perchè le domando di fare così?».
— Se tu vuoi....
Visto ch'ella era per ubbidire, chiese:
— Vieni a Siena con me, allora.
Ella sorrise e gli fece cenno di tacere. Era convinto che dovesse provare una gran dolcezza ad ubbidirgli; ma Ghìsola, che aveva voglia di scherzare più che d'altro, gli chiese: — Ti piaccio meno?
— Perchè dovresti piacermi meno?
E le accarezzò tutta la faccia: ella si discosto e gli guardò la punta delle dita.
F. Tozzi. Con gli occhi chiusi. | 13 |