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Ghìsola lo spiava quand’egli, senza accorgersene, abbassava la testa; aspettando la sua più intima risoluzione, quella forse che avrebbe nascosta. Temendo che stesse troppo a pensare, gli disse:

— Che cosa c’è stasera? Sei tornato con i nervi?

Egli sorrise e rispose:

— Hai ragione; io sono troppo anziano per te; e ti sacrificherei. Sono io che voglio che tu ti faccia sposare.

— Ma perchè ne parli? Ce n’è bisogno? Mi fai rabbia.

— Sei tu che ne parli, cara Ghìsola! Ma mi viene una buona idea!

— Dimmela!

— Devi comportarti in modo da potergli far credere dopo che t’ha fatto restare incinta lui! Non ti sarà difficile. Non ti piace?

Ella si morse le labbra, in fretta, con le spalle volte al lume. Poi si mise a girare un dito intorno all’orlo del suo piatto.

Egli le chiese:

— Ebbene?

— Non gli rispondo nè meno. Se torna qui, gli butto un secchio d’acqua addosso.

E suonò il campanello elettrico, per chiamare Beatrice che portasse la cena. Ma il signor Alberto, come se concludesse le sue riflessioni, esclamò:

— Tu doventi più ricca di me.

F. TOZZI. Con gli occhi chiusi. 12