Pagina:Tozzi - Con gli occhi chiusi, Milano, 1919.djvu/174


— 162 —

non sono piante e si rimboscano dall'altra parte, trottarellando. Oppure scendono giù per una viottola, l’una dopo l’altra; come si buttassero con il capo in avanti; e il peso della prima le traesse dietro tutte.

Quanti carri verniciati di rosso, con i bovi; e sopra, per lo più, i contadini a coccoloni per stare più comodi!

Qualche automobile, proprio delle prime, faceva affacciare alla finestra e agli usci quelli che erano in tempo, meravigliati che passasse tra loro come se non ci fossero nè meno stati; poi si scambiavano il solito sguardo e tornavano alle faccende. Che fretta!

Le donne, che avevano i bambini a raspare la terra, quasi in mezzo alla strada, gridavano imprecando.

Qualcuno di quei vecchi fattori arricchiti, strettosi al muro più di quanto ce ne fosse bisogno, andava a sfogarsi con gli amici, seduto sopra uno sgabello, con il bastone di legno sbucciato tra le gambe, appoggiando la schiena torta su le segolette, le fruste, le funi attaccate alla bottega che vendeva anche lo zolfo, le spazzole e le bullette per le scarpe.

Se ne stava lì magari due ore, sputando sempre dalla stessa parte; facendosi comprare il sigaro da qualche ragazzo, per non muoversi.