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Adesso i suoi occhi parevano sempre molli; e i capelli più morbidi; con la fronte troppo piccola.

Borio ci si era perso, e l’avrebbe sposata. Ma anche il suo fattore la possedette; e ambedue, per gelosia, ne sparlavano con tutti: allora molti di quei giovinotti, da lei respinti, non la lasciarono più in pace.

Andavano a cercarla nel campo, sotto i fichi e i peschi; l’appostavano, quando tornava, attraverso i ginepri. Si doveva difendere a morsi e con le unghie piangendo e rifugiandosi a casa di corsa. E allora le veniva da ridere; e aspettava che passassero sotto la sua finestra. Qualcuno cercava d’arrampicarsi anche su per il muro. Poi facevano le sassaiuole alla porta.

Il fattore voleva tirare qualche fucilata, come alle lepri.

Ma ella, per non buscarne tutti i giorni dai suoi, e per essere più indipendente, trovò servizio da una signora della Castellina, un altro paese distante da Radda pochi chilometri.

La strada da Siena, dopo essere discesa fin giù ad un torrentello dov’è un mulino, sale in mezzo a linee contorte e raggomitolate di colli che s’assomigliano e della stessa dolcezza, con i filari delle viti tra i muriccioli a secco, di sassi, con le fattorie dietro i cipressi, con qualche campanile così lon-