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peggio, con il sigaro in bocca! Egli era troppo astuto!

A pena stabilitosi a Siena, a vent’anni, sposò Anna, una bastarda senza dote, piuttosto bella e più giovine di lui; aprendo un’osteria che con l’andar del tempo divenne una delle migliori trattorie della città: Il Pesce Azzurro.

Ora avevano un figliolo che ormai terminava tredici anni, Pietro; ma prima di quello n’erano nati sette altri, morti l’uno dopo l’altro a pena tolti da balia. Pietro, molto tardi per riguardo alla sua salute, lo mandavano al seminario, ch’era la scuola più vicina; tra gli alunni chiamati esterni; cioè tra quelli che prendevano le lezioni con i seminaristi, e poi tornavano a casa senza aver l’obbligo però di vestire come loro. Il penultimo parto aveva lasciato le convulsioni ad Anna; che, del resto, era stata sempre soggetta a qualche sintomo isterico: una malattia che faceva ridere Domenico, una specie di facezia ch’egli non capiva. E se ne irritava come se l’offendesse, quando il ridere non portava nessun rimedio; e c’era alla farmacia il conto da pagare.

Anna, remissiva, e fanatica per lui, accortasi, alla fine, dopo tanti anni di matrimonio, che la tradiva, aveva creduto più di una volta che le tirassero giù il cuore con tutte e due le mani; e si sentiva invecchiare e