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la lasciava mai, tenendo una mano infilata sotto uno dei suoi bracci; era scema e sorrideva sempre; ma di un sorriso dolce ed appassionato.
Camminavano ambedue rasentando i muri; a passi lunghi, come se avessero voluto fuggire. Nell’attraversare la strada da una parte all’altra, si affrettavano anche di più.
Quando mangiavano la zuppa a qualche convento, la figliola voltava il dorso a tutti; e ritraendo il cucchiaio dalla bocca, faceva grandi risate silenziose.
Quando la madre morì, fu rinchiusa in un manicomio.
C’era un cieco, che imprecava contro il figlio; che aveva una mano secca con un dito di meno:
— Sei un mascalzone, e non mi aiuti. Se tu stai costi appoggiato al muro, non troverai più pane per noi. Mascalzone! Mascalzone!
E tendeva un orecchio, accartocciandovi dietro una mano; per capire quanta elemosina ci fosse ancora; mentre la voce era la stessa di quando recitava le devozioni.
Tutti gli altri poveri erano andati incontro a Rosaura come un branco di polli verso il punto dov’è rimbalzato un chicco di granturco.
Il giovinetto del cieco ascoltava, scalcinando con le dita le commessure dei mat-