Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 126 — |
pra. La marmittona di rame seguitava a bollire; un gatto, sotto la tavola, rosicchiava. Una cannella d’ottone, mal chiusa, sgocciolava con un sibilo incessante. Le due zangole battevano, sopra una parete, i riflessi trasparenti della loro acqua; che, di quando in quando, erano attraversati dall’ombra di una mosca.
Se giungeva un cliente, il cameriere pigliava il primo piatto della pila, poi chiamava il cuoco.
— Non dormire più.
Allora il sudore adunato sotto la camicia si raffreddava ad un tratto; e il cuoco si sdrusciava un orecchio indolenzito, perchè gli era rimasto ripiegato tra il braccio e la testa.
La trattoria riprendeva il suo movimento.
Pietro passava quest’ore di vacanza, leggendo quasi senza avvedersi del tempo. Domenico, rientrando in punta di piedi, riusciva a sorprenderlo.
— Perchè non sei attento a quello che fanno le persone di servizio?
E il rimprovero ricominciava.
Una volta gli gridò, proprio dentro a un orecchio:
— Vieni a pesare la paglia.
— Io?
— Tu.
E lo alzò da sedere, prendendolo per il