Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 121 — |
incerta di quel che gli avrebbe fatto e di quel che provava: le sue palpebre sbattevano. Cozzatolo in un braccio, gli chiese:
— Ed ora che cosa se ne fa?
Temeva che la volesse prendere; ma Pietro non avrebbe osato perchè Ghìsola, forse, non sarebbe stata contenta. Rispose, con voce alterata:
— Tenetela qui, nella sua cornice. Voglio io: non la fate cadere più.
Masa, soddisfatta, assentì; e tolse con un cencio ì ragnateli attaccati al muro. Pietro mise da sé la fotografia a posto, e riaccostò il canterano.
— Conservate anche la lettera.
— Veramente, se si fosse comportata meglio con noi.... le vorrei più bene.
A una mossa brusca di Pietro, come prima non gli aveva veduto fare mai, ella riprese:
— Ma glielo voglio lo stesso.
— Che vi ha fatto di male? Lo vorrei sapere che male può avervi fatto! Inventate!
— Non lo posso dire: riguarda me; e basta.
S'era offesa di aver dovuto rimandar via la nipote! Si morsicchiò il labbro di sotto, in fretta e molte volte.
— Stia zitto. Non dica a nessuno, né meno a Rebecca, che gliel'ho fatta vedere. Vada via di casa, e guai se lo fa anche sospettare!